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La Stanza delle Vacanze.

Seminari Residenziali

Da mercoledì 24 a Domenica 28 Agosto 2016

Località Angronia - Valle Pellice (To)

Seminario Estivo per la stagione 2016 di Teatro & Scrittura

Il Grande Noir.

(Microstorie in equilibrio tra ordinaria follia e straordinaria normalità)

Non c'è bisogno di mettere in scena un delitto per creare un'atmosfera noir. Basta la tensione di piccoli dettagli che si assommano poco a poco. Un luogo. E la persona che racconta la vicenda. Fredda, distaccata. Oppure emozionata, ad un passo dalla paura vera. Quella dell'anima. Poche righe e si dipana un'intera esistenza. Si entra dentro un mondo di cui si ignora tutto. Noi, come pubblico, siamo laggiù, accanto al narratore. Non sappiamo nemmeno bene dove, incapaci di allontanarci. Perchè, prima, abbiamo bisogno di scoprire perchè. Le buone ragioni del malessere e le pessime ragioni del benessere. A volte, va così. Fino allo scioglimento del nodo... Tutto questo avverrà in una confortevole baita di montagna, in mezzo al verde.

A cosa serve: per imparare a scrivere e interpretare una microstoria rispettando gli ingredienti indispensabili di un buon thriller.

A chi è rivolto: a tutti. Allievi ed ex-allievi.

Docenti: Stella Sorcinelli e Emilio Locurcio.

Costi: 200 euro per la pensione completa più 100 euro per il seminario. Sistemazione in camerate da dieci persone. Occorre portare lenzuola o sacchi a pelo e asciugamani.

Attrezzature: un bel quaderno senza righe né quadretti e una penna. Un abbigliamento comodo per fare training.

Date: si arriva mercoledì 24 agosto per le ore 20 e si riparte domenica 28 agosto nel pomeriggio.

Distanze: per raggiungere il luogo occorre un'ora e mezza da Torino, in automobile.

 

Prenotazione tramite mail a scuola@maigret-e-magritte.it entro il 17 di luglio.

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Seminari residenziali di teatro & scrittura

per la stagione 2015/16

 

dedicati a Italo Calvino e alle sue lezioni americane applicate all'interpretazione scenica.

 

Ecco il primo:

 

1.
La Leggerezza

(Come interpretare un testo rendendolo impalpabile quanto la luce lunare.)

 

2, 3, 4 ottobre 2015

Foresteria Valdese di Torre Pellice

via Arnaud, 34 – 10066 Torre Pellice (To)

tel. 0121 91801

www.foresteriatorre.org

 

La leggerezza in teatro è virtù rara e difficile da praticare, se non si ha ben chiaro come sottrarsi alla forza di gravità per inventare sistemi capaci di farci salire sulla luna e osservare così la nostra esistenza da una visuale sorprendente. Senza questo sforzo il personaggio che stiamo interpretando non riuscirà mai a superare l'incredulità di chi ci sta ascoltando. Non l'efferatezza di un serial killer ma la sua leggerezza. Solo così ci spaventerà davvero...

 

Cosa occorre: un abbigliamento comodo per fare training, una penna e un quaderno formato A4, meglio se senza righe né quadretti. Il libro “Lezioni americane” di Italo Calvino. Costa pochissimo.

A chi è rivolto: a tutti. Anche a chi non ha mai frequentato una scuola di teatro o di scrittura.

Numero di partecipanti: Non più di dodici persone.

Attività: previste 15 ore di lavoro intenso. 2 ore serali venerdì 2 ottobre, 8 ore il sabato 3 ottobre, 5 ore la domenica 4 ottobre.

Quanto costa il seminario: per gli associati 100 euro, per chi non lo è 120 euro.

Quanto costano vitto & pernottamento: Pensione completa 44 euro al giorno (bevande escluse). Stanze da due o tre persone. Se uno desidera la camera singola costa 12 euro in più.

Come si prenota: inviando una mail  all'indirizzo scuola@maigret-e-magritte.it e versando un anticipo di 50 euro sul conto corrente dell'Associazione Maigret & Magritte, specificando nella causale “Seminario residenziale” con le date corrispondenti. Banca di Credito Valtellinese. IBAN: IT82S0521601000000000001814.

Chi sono i conduttori: Stella Sorcinelli e Emilio Locurcio.

Dove si svolge il seminario: a Torre Pellice, circa un'ora di distanza da Torino in automobile.

Arrivi & Partenze: si arriva venerdì 2 ottobre entro le ore 19 e si riparte domenica 4 ottobre per le ore 16.

 

 

Ecco gli altri:

 

(Girovagando per le Foresterie Valdesi del nord Italia.)

 

2.
La Rapidità

(Come interpretare un testo seguendo una scansione ritmica e musicale.)

(rinviato a data da destinarsi, per info: scuola@maigret-e-magritte.it)

 

3.
L'Esattezza

(Come interpretare un testo costruendo un'architettura solida e certa.)

(26, 27, 28 febbraio 2016)

 

4.
La Visibilità

(Come interpretare un testo rendendo visibili tutti i suoi contenuti.)

(23, 24, 25 aprile 2016)

 

5.
La Molteplicità.

(Come interpretare un testo inglobando in un'unica partitura

tutte le interpretazioni possibili.)

(24, 25, 26 giugno 2016)

In questi seminari verranno approfonditi argomenti e tecniche che nel corso dell'anno non abbiamo modo di approfondire dato il tempo esiguo degli incontri. Un percorso parallelo che esplorerà le tecniche d'interpretazione dagli inizi del novecento fino al teatro contemporaneo, per offrire un metodo pratico a chi si trova davanti un testo sconosciuto e desidera portarlo in scena.

La Memoria Storica dei nostri Seminari Residenziali

(Dove siamo andati in vacanza e dove andremo per continuare a far teatro e a scrivere.)

Dal 27 al 31 Agosto 2014

 

Località Preit

Alpi Occitane – Val Maira

 

Plasmarsi nei panni di.

Seminario residenziale di Teatro & Scrittura

 

(Quale personaggio mi piacerebbe interpretare?
 E come smetterla finalmente di essere sempre me stesso 
per vestirmi di una nuova identità? 
)

 

Che bello! Dismettere se stessi e prendersi finalmente una vacanza nei panni di un'identità altrui, completamente inventata. Trovare il suo modo di parlare, le esclamazioni più frequenti, la gestualità, le sue piccole manie e le ossessioni. Decidere se trasformarlo in una persona felice, piena di talenti, oppure se relegarlo agli ultimi gradini della società. Infine, farlo agire sulla scena, come se fosse davvero una persona reale... 
Quattro giorni di libertà espressiva per ritrovare il proprio baricentro. A caccia di idee, di punti fermi inediti. Recuperando un benessere mentale e fisico che, troppo spesso, sembra un traguardo irraggiungibile. In un luogo incantevole, sperduto nella Val Maira. Dove opera un cuoco che è un artista. E noi si va lì a lavorare…
 

Costo del seminario: 250 euro.
Stanza doppia (pensione completa): 60 euro al giorno.
Camerata (pensione completa): 50 euro al giorno. 

 

Si arriva mercoledì 27 agosto alla sera, per cena, e si riparte domenica 31 agosto, dopo pranzo.

 

Chi desidera camera singola o camera doppia è pregato di contattare direttamente la responsabile della locanda Lou Lindal al seguente indirizzo: lindal@alpioccitane.it

 

Conduttori: Stella Sorcinelli e Emilio Locurcio.

 
A chi è rivolto: A tutti. Anche a chi non ha mai fatto una sola lezione di teatro o non ha mai scritto una sola pagina in vita sua. Non occorre alcuna preparazione particolare. Chi frequenta abitualmente i nostri seminari conosce bene l’atmosfera informale e rilassata che si crea fin da subito, rendendo semplicissimo quello che altrove potrebbe rivelarsi complicato.

Prenotazioni: entro il 20 Agosto inviando una mail di conferma a info@maigret-e-magritte.it e versando il 50% del costo del seminario.

Cosa serve: una tuta o comunque un abbigliamento comodissimo per svolgere l’attività e un quaderno dove prendere appunti.
 
Informazioni: info@maigret-e-magritte.it - Tel. 011.6614533

 

Dal 21 al 25 agosto 2013

 

Località Preit

Alpi Occitane – Val Maira

 

Incanto.
“Fermati stupore, fatti scoprire!”

Seminario di teatro, movimento & scrittura

 

Esiste una piccola oasi dove abbiamo modo di ripensare alla nostra biografia esistenziale a lato e trovare dove sarebbe bello ripartire per imprimere una svolta a quanto stiamo facendo. E’ la letteratura a offrircela. Poi, la pratica teatrale ci aiuta a trovare una forma dentro cui far precipitare tutto ciò che siamo. Per scoprire quanta energia abbiamo e quanto poco la usiamo.

Quattro giorni di libertà espressiva per ritrovare il proprio baricentro. A caccia di idee, di punti fermi inediti. Recuperando un benessere mentale e fisico che, troppo spesso, sembra un traguardo irraggiungibile. In un luogo incantevole, sperduto nella Val Maira. Dove opera un cuoco che è un artista. E noi si va lì a lavorare…

 

Dal 2 al 6 gennaio 2013

 

Località Preit

Alpi Occitane – Val Maira

 

Epifania & Epifanie

Seminario di teatro & scrittura a partire da James Joyces.

 

 

Buttare via. Fare spazio. Sgombrare.

Con gli oggetti è  facile. Si vedono, si toccano, si prendono, si trascinano e, basta un po’ di fatica, li si getta altrove.

Con la quasi certezza di non rivederli più.

Ma buttare via dalla nostra mente la zavorra

che ci portiamo dietro da anni è un po’ più complesso.

Dal 29 agosto al 2 settembre 2012

 

Località Preit

Alpi Occitane – Val Maira

 

Chi sogna & chi è sognato

(Come usare i nostri sogni e quelli altrui

nella scrittura e nel teatro)

 

Seminario di teatro & scrittura

a partire da Antonio Tabucchi.

 

Cosa sognava Caravaggio? E cosa sognava Rimbaud?

Quali erano le immagini che di notte turbavano i loro sonni?

E come tutto quel materiale influenzava le loro opere?

 

Sognare è una bellissima attività, contagiosa. Sognare bene è addirittura un virtuosismo. Che si mette in atto quando siamo in armonia con noi stessi e con gli altri. Sognare è azzardo, liturgia, avventura, sconfinamento, esplorazione dell’ignoto. Si parte da un’immagine e si entra dentro un paesaggio di cui non sapevamo nulla. Quattro giorni di libertà espressiva per ritrovare il proprio baricentro. A caccia di idee, di punti fermi inediti. Recuperando un benessere mentale e fisico che, troppo spesso, sembra un traguardo irraggiungibile. In un luogo incantevole, sperduto nella Val Maira. Dove opera un cuoco che è un artista. E noi si va lì a sognare…

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Dal  1° al 3 maggio 2009

 

Al Convento di San Tommaso

Gargnano (Salò) Lago di Garda

 

5° Edizione del Simposio Maigret & Magritte

La Costruzione di un Minuto Perfetto.

 

Anche quest’anno l’avventura di Gargnano ha come tema l’allestimento di un piccolo evento che diventi un’esperienza compiuta, bella, positiva. Che lasci un segno. Un segno forte. Lungo un minuto. Ma un minuto dentro cui lasciamo precipitare e confezioniamo qualcosa che togliamo da dentro noi stessi e finalmente esponiamo alla luce, per renderne partecipi gli altri. Usando il teatro come linguaggio espressivo. Cosa ci piacerebbe mettere dentro un minuto, per farlo diventare quasi un manifesto del nostro modo di essere, con­gelando in esso qualcosa che profumi fino in fondo della nostra essenza? Quali parole sce­gliamo? Quali azioni rappresentiamo? Finalmente un minuto senza ego. Senza retorica, senza sentimentalismi, senza facile letteratura. La visione improvvisa di una vita perfetta, se potessimo davvero diventare demiurghi di noi stessi.

Nei vostri bagagli dovete semplice­mente mettere una poesia, una sola, che avete letto in passato e che, in qualche modo, racconta­va qualcosa che prima o poi nella vostra vita vi sarebbe tanto piaciuto vivere come emozione o addirittura fare. C’era una tale intensità, in quella poesia, da identificarvi completamente con l’autore, come se l’aveste scritta voi.  E poi venite a Gargnano, senza pensare ad altro. Nella tranquilla atmosfera del convento cominceremo a fare una serie di esercizi che vi aiuteranno, poco per volta, a produrre que­sto minuto. A focalizzarlo. Partendo da quell’emozione. 

E’importante arrivare a capire che la nostra visione della vita è assai conformista e limi­tata, abituati come siamo a programmarla puntigliosamente ottenendo così il risultato di desertificarla. Solo scavando senza timori nella complessità delle emozioni che ci attraver­sano, riusciamo a scampare alla pazzia di avere già una risposta pronta per tutto. Spesso, quelle sono risposte che altri hanno deciso per noi.

Tre giorni dedicati a questo. Senza altre distrazioni. Completamente concentrati su un mi­nuto da costruire. Il Minuto Perfetto. Che emergerà poco per volta attraverso le attività fi­siche e teatrali, fino ad apparire, nella sua sbalorditiva semplicità.

Dal 21 al 24 giugno 2008

 

Querceto (Volterra).

 

Facciamola finita!

Ovvero

Centoeuno modi di uccidersi in una bella giornata di sole.

 

Workshop di teatro, scrittura & arte varia.

 

Un borgo medioevale intatto, sopra una collina toscana immersa in una secolare fore­sta di querce. Completamente a disposizione per uno spettacolo itinerante. Un gruppo di persone straniere che arrivano non in veste di turisti ma per lavorare. Il tempo è poco. Tre giorni. Ci vuole una buona idea. Che si integri perfettamente con il paesag­gio e lo valorizzi al meglio. L’idea c’è. Suicidarsi a Querceto, nel cuore della To­scana. Che meraviglia. E non in solitudine, divorati dal dolore. No, in gruppo. Con l’entusiasmo e il piacere di chi affronta finalmente la messa in scena del proprio canto del cigno. Morti pubbliche, annunciate ed eseguite nelle piazze e tra i vicoli. C’è anche un premio, per la morte più spettacolare. Praticamente, un festival.

Un festival di scene-madri, con tanto di lacrime e sangue finto, accuratamente prepa­rate per dare loro la dignità di una vera e propria performance. Suicidi romantici, ne­odecadenti, futuristi, esoterici, neoclassici, punk, barocchi, vodoo. Ognuno è libero di scegliere il proprio stile, è ovvio. Ma è un momento epico, grandioso, solenne. Il commiato dagli amici e dalle persone care. L’ultima bevanda, l’ultima poesia, l’ultima canzone, l’ultima invettiva politica. L’abito da indossare nel distacco dalla propria vita. La lettura del proprio testamento. Gli oggetti più cari. Orazioni funebri che in realtà diventano inni alla vita. Laggiù, in Toscana, tra le pietre levigate dal tempo, l’ombra delle querce e i raggi del sole che filtrano tra le fronde, in mezzo al canto di migliaia di uccellini di ogni specie.

Mettere in scena la propria morte può essere un’esperienza di grande soddisfazione personale, oltre che un esercizio di superba acrobazia intellettuale e tecnica.

Ci si suicida uno per volta, seguendo un calendario simile a quello del festival di San­remo, suddiviso in generi e complessità di allestimento. Il tutto verrà ripreso dalle te­lecamere per poi farne un documentario che, in un prossimo futuro, potrà tornare utile agli studiosi di antropologia.

Dal 25 al 27 aprile 2008

 

Convento di San Tommaso

Gargnano (Salò) Lago di Garda

 

4° Edizione del Simposio Maigret & Magritte

Le sette avventure irrinunciabili.

 

Quest’anno l’avventura di Gargnano comincia così: nei vostri bagagli dovete semplice­mente mettere uno o due libri che avete letto in passato e che, in qualche modo, racconta­vano qualcosa che prima o poi nella vostra vita vi sarebbe tanto piaciuto fare. C’era un profumo, in quelle storie, che vi ha stregato così tanto quasi da identificarvi con i perso­naggi che le vivevano. Un libro o due. Non di più.  E poi venire a Gargnano, senza pensare ad altro. Nella tranquilla atmosfera del convento cominceremo a fare una serie di esercizi che vi aiuteranno, poco per volta, a produrre futuro. A focalizzarlo. A far riaffiorare quei desideri che potrebbero dare un senso più compiuto alla nostra esistenza. Almeno sette. Concedendovi la libertà di pensarli. E trovando la determinazione di iniziare a progettarli. E scoprendo il piacere di condividerli. Sette desideri essenziali. Non stiamo parlando di faccende pratiche e che non dipendono da noi come sposarsi, fare figli, guadagnare un mucchio di denaro. Siamo sul versante estetico della vita. Metterle a fuoco ci aiuta ad uscire dal nostro esilio e a rientrare nel tempo reale, nel senso della nostra mortalità. Signi­fica scen­dere a patti anche con la propria paura di morire. La no­stra autostima cresce pro­porzionalmente alla bellezza dei nostri sogni, dei nostri progetti esi­stenziali e a seconda di quanto ci crediamo e siamo de­terminati a realiz­zarli. E’importante arrivare a capire che la nostra visione della vita è assai conformista e limitata. L’unica strategia che sappiamo mettere in atto per tenere lontana la morte è programmare puntigliosamente la nostra vita, desertificandola. Sette storie da scrivere. Sette immagini chiare da evocare e ingrandire. Senza timore. Abbandonando ogni sentimento di inadeguatezza. Diventando sempre più precisi. Smascherando gli alibi che ci inventiamo per non prenderli in considerazione. Sette avventure. Vere. Scegliendo luoghi, date e persone con cui condividerle. “Io sto so­gnando questo…” e trovare il coraggio di affermarlo. Sognando, ma in senso pratico. Quanto mi costerà in denaro? Quanto tempo mi occorrerà? Di quali persone ho bisogno?

Come si costruiscono i sogni? E come si realizzano? Cominciando a parlarne come se già fossero cose concrete, che accadranno in un tempo ravvicinato. Non in un futuro lontano.

Tre giorni dedicati a questo. Senza altre distrazioni. Completamente concentrati su questi sette desideri, che emergeranno poco per volta attraverso le attività fisiche e teatrali, fino a raggiungere il loro diritto di esistere e di essere realizzati.

Dal 27 agosto al 3 settembre 2007

 

La Villa nel parco della Montagna Nera (Pirenei)

 

Workshop TuttoProust

(Alla ricerca del tempo perduto)

 

A Verdun Lauragais, a circa 50 km da Carcassonne, sorge questa villa padronale del 1850, immersa in un parco lussureggiante e in una delle zone più misteriose della Francia, dove comparve il fenomeno dei Catari.

L'arredamento è quello tipico di un0'antica residenza estiva francese. Davanti alla grande terrazza, appena scesa la gradinata, c'è un enorme prato. Bello, la sera, andare a vedere il sole che tramonta dietro le montagne dei Pirenei, bello trascorrere le ore cenando con calma su quella terrazza, immersi nel silenzio e nella frescura. Raccontando e leggendo l'intera opera di Marcel Proust.

Dall'impressione di vivere in un tempo bloccato ad un'idea del tempo in perenne sviluppo e trasformazione. Proust ha inventato il romanzo che non finisce e non può finire. Arrivando alla demistificazione dei sentimenti tradizionali e convenzionali. Mai avuta la sensazione che la storia della nostra famiglia di appartenenza sia in qualche modo scritta sul nostro corpo?

Ci saranno fogli, colori, pennelli.

Per provare a disegnare e a dipingere quello che hanno suscitato dentro di noi le parole di Proust. Cercando le tinte giuste, i segni essenziali, come se fossimo un gruppo di avventurosi alla ricerca delle tonalità di colore più rappresentative della nostra esistenza.

Sette libri, uno per sera, raccontati e letti ad alta voce nella grande cucina.

Dal 17 al 24 settembre 2006

 

Corsica. La Plage de Gradelle

 

La disciplina del Lampo.

 

Il pensiero rapido. Prendere una decisione in tre secondi. Qualsiasi decisione. All’inizio le opzioni sono tutte uguali, hanno il medesimo valore. Perché non c’è an­cora nulla. Sce­gliere una sola direzione e andare. Senza ripensamenti. E, nell’andare, arriverà la storia. Tre secondi per decidere. Poi sono già dentro la sto­ria. Divento io la storia. Fare arte signi­fica prendere continuamente delle decisioni. Una se­quenza statica, una sequenza dinamica. Rifletto, prendo una decisione e agisco. Tutto qui. Senza esprimere alcun giudizio su quanto sto facendo. Perché divento quello che sto facendo. Provate a mettervi in questa condizione fisica e mentale per sei giorni di seguito.

Alla fine sarete stremati, ma non vi lamenterete mai più con nessuno sulla vostra mancanza d’ispirazione. Perché sa­prete come si fa. Finalmente darete la colpa soltanto alla vostra pigrizia.

“Il pittore non dispone che di un attimo…” sosteneva Dide­rot. Prima e dopo quell’attimo non ci sono che esitazioni e imbarazzi. Non c’è che l’istante capace di illuminare ogni om­bra. Stiamo parlando del lampo, quell’attimo in cui si co­agulano molteplici cose e final­mente si comprendono per cui, dopo, nulla sarà più come prima. Una sintesi che si rea­lizza all’improvviso attraverso lo sfrecciare di un’immagine rivelatrice. E, subito dopo, anziché tacere, agisco. Parlo, canto, rac­conto, mi muovo, mi lancio. E, fino a che non ho esaurito le mie energie, non mi fermo. Dopo, osservo agire gli altri. Pronto a rimettermi in movi­mento appena verrò at­traversato da un altro lampo. Non si commenta, non si esce dal cer­chio magico della concentrazione, non ci si distrae. L’ispirazione diventa collettiva. E così la narrazione, che poco a poco sceglie il suo contenuto…

Dal 19 al 26 agosto 2006

 

Banon (Provenza)

 

Il Mistero di Jorge Luis Borges

 

Un antico maniero del XVIII secolo completamente ristruttu­rato, sul pendio sopra Banon, in Provenza a 50 km da Avi­gnone, provvisto di piscina illuminata con bordo a sfioro, due fontane. con vista panoramica sul Luberon e le monta­gne di Lure. Paesaggio ideale per entrare, poco per volta dentro il mondo cifrato e metaforico di Borges e rubargli al­cuni se­greti da far propri nell’arte della narrazione. Sette giorni di ritiro in un luogo splendido per approfondire l’uso della parola. Scritta e detta. Racconti brevi con finali aperti.

La mattina si esplora Borges in tutte le sue infinite ramifica­zioni. Il pomeriggio si scrive, sforzandosi di interiorizzare il suo metodo. E la sera cominciano le narrazioni, fino a notte fonda. In sei giorni si fa a tempo a costruire un intero libro di racconti. Questo sì, è un seminario completamente dedicato alla scrittura, al piacere fisico e mentale che procura scri­vere tanto seguendo un proprio filo interiore.  Stare gomito a gomito ma scrivere ognuno per sé ritrovando il dialogo solo nelle pause, producendo tutti insieme una grande energia che contagia lo scorrere fluido della penna sulla pagina e lo rende inarrestabile. Non pensare ad altro che a questo tra­guardo: entrare dentro la scrittura e non uscirne più fino allo sca­dere del settimo giorno. Trovare quella concentrazione lì, quello stato mentale un po’ ip­notico che permette final­mente alle parole di arrivare e di lasciarsi scrivere, di aprire pae­saggi impensabili fino a qualche secondo prima. Il tempo della scrittura è un tempo in­cantato, sacro, alle soglie del mistero.

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29, 30 aprile e 1 maggio 2005

 

Convento dei Cappuccini

di Monterosso (Cinqueterre)

 

Il Simposio delle Sapienze

 

La condizione mortale è un dono. Risultano evidenti le attrattive che essa offre e cioè che la vita sia breve, che l’uomo sia corruttibile e che, da quando nasciamo, la morte intervenga sulla sostanza stessa della vita, colla­bori con essa, la comprima e la inten­sifichi, la faccia essere fretta, imminenza e necessità di perseguire il me­glio in ciascun istante…La vita è scelta. E’, anzi, un albero di decisioni che continuamente si ra­mifica, facendo di quel che siamo una delle milioni di possibilità che avevamo… Ma, alla fine, non abbiamo altra etica, reli­gione, ideologia che l’amore. Quindi, la vita diventa amore. Un amore mortale, rinunciabile non tanto per ragioni morali quanto perché, come ogni mito ispiratorio, va conservato nella sua forma pura, cristallizzato in una Parigi che avremo sempre proprio perché non l’avremo più...

Juan Antonio Rivera

 

Argomento del Simposio: le sapienze. Cioè quello che sup­poniamo di sapere riguardo al la­voro, la vita, l’arte, l’utopia. Il sapere spesso ruota intorno a qualcosa che cerchiamo di raggiungere, anche se non sappiamo ancora bene cos’è. Il sa­pere coinvolge una scelta di vita, di campo, di reli­gione… C’è un sapere teatrale e c’è un sapere fatto di dolore, che costa fatica esporre. O un sa­pere felice. Che, comunque, va detto. Agli altri.

 

 

Marina Marino

Dove non c’è terra di mezzo

Massimo Deodato

L’energia circola. Ma dove va? E il sogno?

Emilio Locurcio

Il realismo magico

Candida Ballario

Il sacro e il relativismo

Stella Sorcinelli

Esserci: se qualcosa ti chiama.

Giorgio Bertolusso

La fugacità delle mie ispirazioni. Ovvero le mie velleità.

Francesca Armocida

La teoria del boccone perfetto

Manuela Lomartire

La voce dietro le quinte

Daniela Arervo

Ho qualcosa sulle spalle?

Dario Ambrosoli

Qualità o quantità? Forma o sostanza? Conteni­tore o contenuto?

Tiziana Connola

Scrivere: come prendere in prestito la vita degli altri

Paola Anzolin

Come sentirsi un birillo davanti alla boccia da bo­wling

Edoardo Lanzi

Il giardinaggio.

Maria Jandolo

L’importanza di amare il luogo in cui si vive.

Gloriana Bomone

La sensitività

Claudia Benente

Tutto ciò che mi è stato tolto e non sapevo di avere

Mauro Carretta

Il libro: uso & ri-uso.

Maurizia Magro

Il coraggio della piuma.

Fabrizio Dellavalle

Le affinità elettive. Ovvero: se avessi avuto un pa­dre elettivo, in grado di istradarmi all’arte.

Angela Benedicenti

L’agguato dei ricordi

Anna Romano

La solitudine intenzionale e la rivoluzione silen­ziosa.

Sabrina Mombello

Gli altri.

Carmelita Villani

Il senso della vita: vivere altrimenti.

Francesca Ferrero

La simpatia e altri vizi

Lucietta Francesetti

Abbandoni

Alex Lioy

Fado e dipendenza

Olivia Buttafarro

Lotta intestina, ovvero l’intelligenza intestinale.

Rosanna Ponti

L’ansia di chiamarsi Ernesto.

Bianca Maria Bordone

Mi sono persa. Analogie tra la mia mancanza di orientamento e il mio non essere fisionomista.

Ada Bensa

Il cibo. Nutrimento o messaggio d’amore?

 

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