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La Nostra Storia.

La scuola di teatro di Torino Maigret & Magritte è un luogo dove si lavora sulle idee, sul bisogno di relazioni autentiche, sulle qualità dell’ironia, sulla costruzione di forme narrative che possano durare nel tempo.

 

Maigret & Magritte ha collaborato per anni con la Comunità Europea partecipando con i suoi spettacoli a festivals e conducendo seminari di teatro sociale a Berlino, Metz, Londra, Copenaghen, Bayreuth. In Italia collabora con istituti scolastici, aziende ospedaliere, servizi assistenziali, comu­nità di recupero e realtà di quartiere particolarmente difficili. In questi luoghi interviene con labo­ratori teatrali il cui fine è raccontare attraverso la scrittura scenica quanto esattamente accade senza infingimenti o mediazioni, restituendo così corpo e voce a quei soggetti sociali che hanno bisogno di testimoniare le loro realtà esistenziali o professionali con dignità, poesia e determinazione.

 

Maigret & Magritte è anche una scuola di teatro rivolta a chiunque senta il bisogno (e questo può accadere a ogni età) di prendersi una pausa di riflessione per rinominare il paesaggio sociale e affettivo che lo circonda, proponendo nuovi strumenti culturali e artistici con cui compiere un percorso ricco di suggestioni le cui mete sono una creativa consapevolezza di sé e un’autentica libertà espressiva. Ma tutto questo si ottiene attraverso un elemento fondamentale: a patto di divertirsi fino in fondo, senza remore, tornando a ridere fino alla lacrime di se stessi e degli altri. 

Peché M&M

Perché Maigret e Magritte

Come siano finiti il commissario Jules Maigret e il pittore Renè Magritte nell’insegna di una scuola di teatro è assai facile da spiegare. Per caso. I due cognomi suonavano bene, insieme. Quasi come l’inizio di una filastrocca infantile. Solo dopo, ci si è accorti di altro. L’umanità bonaria del personaggio inventato da George Simenon, che scruta dentro le vite altrui senza mai esprimere un giudizio ma sforzandosi di comprendere le reali motivazioni del loro operato, si assommava piacevolmente con i paradossi visivi inventati da Magritte, dove tutto può esistere sfidando le leggi di gravità e del buon senso, trovando comunque un incantevole equilibrio. In qualche modo, è la sfida quotidiana delle nostre esistenze. Riassume il senso di un lavoro teatrale che non ha mai cercato di compiacere il pubblico ma di costruire, ogni volta, una quarta parete dentro cui osservare come siamo fatti, gli uni accanto agli altri. Per continuare a cambiare. Perché siamo fatti male, certo. Ma siamo fatti anche bene. E nessuno perde tempo a dircelo. Come se non fosse la cosa più importante al mondo.

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